Chemioterapia

E’ una terapia basata sull’uso di farmaci citotossici, cioè capaci di impedire la moltiplicazione delle cellule o di ucciderle. Questo effetto, pur manifestandosi su tutte le cellule, è massimo sulle cellule in più rapida moltiplicazione, come le cellule tumorali.
In particolare, nel caso delle leucemie acute del bambino, la terapia utilizzata è quasi sempre capace nel giro di poche settimane di distruggere la maggior parte delle cellule malate, consentendo a quelle sane di ricrescere, così da tornare ad una situazione di apparente normalità del midollo osseo e del sangue (remissione).
Dopo i primi giorni di ricovero ospedaliero (a volte più prolungato in base alle condizioni generali del bambino) il piccolo paziente affetto da LLA può generalmente tornare a casa, continuando la terapia prevalentemente in regime di day hospital. Le successive fasi di terapia, meno intensiva ma ugualmente importante, servono a controllare e gradualmente uccidere le cellule leucemiche residue, fino alla scomparsa. Nel caso di pazienti affetti da LMA la logica del trattamento è più intensiva ed i periodi trascorsi a domicilio sono molto scarsi e ridotti- Per ulteriori dettagli vedansi le specifiche sezioni). Purtroppo in qualche bambino le cellule risultano resistenti alla terapia e si assiste alla ricomparsa della malattia (recidiva). Negli
Negli ultimi anni, il miglioramento delle terapie di supporto, che combattono gli effetti collaterali della chemioterapia (trasfusioni mirate, l’uso di fattori di crescita cellulare, un attento monitoraggio delle complicanze infettive, etc..), ha permesso un più efficace utilizzo della chemioterapia permettendo di somministrare la massima dose tollerata nel più breve periodo di tempo, diminuendo così il tempo necessario ad effettuare le terapie e ad aumentarne l’efficacia.
La chemioterapia purtroppo non è priva di complicanze poichè esercita un effetto citotossico anche sulle cellule sane. , In particolare sono lecellule che si moltiplicano più frequentemente, ad essere maggiormente colpite, determinando quindi vari effetti collaterali. Tra questi ricordiamo mucositi (erosioni ed ulcere al cavo oro-faringeo), esofagiti, gastriti e diarrea che sono spesso conseguenza del danno che può colpire le cellule del tratto digerente, dalla bocca all’intestino, e per i quali ad oggi si è in grado di fornire tutta la terapia di supporto necessaria (idratazione, antidolorifici). L’alopecia, cioè la perdita dei capelli, si verifica in quasi tutti i bambini che ricevono chemioterapia intensa ma è reversibile e scompare al termine del trattamento. Nausea e vomito sono tra i sintomi più frequenti e sono dovuti sia ad un effetto diretto dei chemioterapici sulle mucose, sia indiretto su specifici recettori del sistema nervoso centrale. Attualmente esistono una serie di farmaci estremamente efficaci in grado di controllare ed alleviare questi sintomi; inoltre i bambini tollerano generalmente meglio dell’adulto questa complicanza.
Più importanti sono gli effetti sulla produzione delle cellule del sangue. Il bambino in terapia è quindi a rischio di infezioni (per abbassamento dei globuli bianchi in particolare dei granulociti neutrofili): per tale motivo , al primo segno di infezione, è necessario informare subito il centro che potrà decidere come procedere al meglio, a volte anche effettuando un ricovero ed utilizzando tempestivamente una terapia antibiotica ad ampio spettro.
L’aumento della temperatura corporea e la comparsa di brividi possono essere l’unico segno di un’infezione in pazienti con bassissimo numero di globuli bianchi. Altri segni d’infezione che necessitano di una pronta valutazione da parte di personale specializzato possono essere rappresentati dalla tosse, mal di gola, dolore a urinare, diarrea,.
Al fine di prevenire le complicanze infettive è importante l’applicazione di alcune norme igieniche quotidiane quali la pulizia ambientale, il lavaggio accurato delle mani da parte del personale medico ed infermieristico e di tutti i visitatori, l’igiene scrupolosa della cute e delle mucose del paziente (cavo orale) e la cura meticolosa del punto di inserzione del catetere venoso.
Per questi fattori è importante una forte collaborazione e dialogo tra personale medico ed infermieristico e i genitori dei piccoli pazienti.