LE NOSTRE STORIE | 20 Luglio 2018

La storia di Milena, volontaria del Comitato Maria Letizia Verga

Purtroppo, non posso raccontare una storia a lieto fine… la leucemia ha vinto sulla grande voglia di vivere che aveva il mio Filippo, che ci ha lasciato dopo 10 mesi di malattia nel marzo del 2006.

Da quel momento, spronati da mio figlio Diego, che a pochi giorni dalla morte di suo fratello ha ricominciato a studiare perché (cito le sue parole) “solo studiando molto e dandoci da fare, i bambini come Filippo potranno essere sempre di meno”, ci siamo attivati per sostenere il Comitato Maria Letizia Verga, che in vario modo ci ha accompagnato durante la malattia di nostro figlio.

Così è iniziata un’attività con amici e parenti, che ci ha permesso di finanziare una camera per il trapianto all’interno dell’Istituto Maria Letizia Verga.

Ci siamo “dati da fare” e continuiamo a darci da dare per sostenere l’attività del Comitato, perché i ricercatori, i medici e gli infermieri possano avere gli strumenti giusti per studiare le malattie, curare ed assistere i loro piccoli pazienti, al fine di ridurre sempre più il numero dei bambini che non ce la fanno.

Perché, anche se il mio Filippo non ce l’ha fatta, molti altri bambini malati devono avere la possibilità di guarire, perché guarire di leucemia si può e succede sempre di più.

Ora il nostro compito è DARCI DA FARE… DARCI DA FARE TANTO, perché i bambini come Filippo siano sempre di meno.

Ecco perché faccio volontariato… magari un po’ in sordina, partecipando ad alcune delle vostre campagne, “per guarire un bambino in più.

ANEDDOTO:

E’ stata una grande sorpresa e soddisfazione vedere una ragazzina arrivare al banchetto, in cui proponevamo dolci e fiori per ricavare fondi per il comitato, con tanti piccoli cuori di cartoncino colorato con scritto UN MATTONCINO PER FILIPPO da inserire nei vasi dei fiori.

Col passare degli anni la ragazza è cresciuta ed ha passato il testimone ad un’altra bambina, che continua a realizzare questi cuori tutti colorati, come colorato era il nostro Filippo, che si “firmava” usando tutti i colori dell’arcobaleno.