I NOSTRI MEDICI | 11 Maggio 2016

Isabel Bogalho: dal Portogallo per studiare le leucemie acute

Dr. Isabel BogalhoNei primi giorni di febbraio 2013 ha avuto inizio il programma di perfezionamento di 4 mesi a Monza nei reparti di ematologia pediatrica, centro trapianto, day hospital e laboratorio di ricerca Tettamanti.

In quel momento io ero al quarto anno di specializzazione al dipartimento di ematologia dell’Istituto Portugues de Oncologia de Lisboa Francisco Gentil (IPOLFG) in Portogallo.

Nonostante qui la maggior parte dei pazienti siano adulti, vengono ammessi anche adolescenti e giovani adulti, molti dei quali con leucemie acute. Il centro trapianti di midollo dell’IPOLFG è un centro di riferimento per i trapianti pediatrici e ciò ribadisce l’importanza di far parte di un programma di perfezionamento pediatrico e che questo faccia parte del programma portoghese di specializzazione ematologica.

La ragione per cui ho scelto di fare la mia esperienza a Monza è in particolare per il mio interesse verso le leucemie acute e il trapianto ematopoetico, oltre al fatto che Monza è uno dei centri all’avanguardia a livello internazionale per la diagnosi e la cura delle malattie del sangue.

Considerando l’incidenza delle leucemie acute nell’età pediatrica e tra gli adolescenti, con tutte le sue specificità e differenze rispetto agli adulti, posso dire che tutte le conoscenze che ho appreso da questo periodo a Monza sono state di grandissima importanza per la mia crescita professionale e e per il mio miglioramento nella pratica clinica.

Citando il professore portoghese Abel Salazar (1189-1946): “The one who only knows Medicine, not even Medicine does he know” (colui che conosce solo la medicina, nemmeno essa conosce). Questa è una massima che ho sempre cercato di tenere a mente e condividere con I miei colleghi, nella stessa maniera in cui il mio professore di anatomia fece nella prima lezione pratica alla Faculdade de Ciencias Médicas da Universitade Nova de Lisboa dove mi sono laureata. Infatti al di là della sua crescente complessità, la medicina è (e spero che sempre resterà) una scienza umanistica.

Infatti il mio periodo a Monza è stato anche di arricchimento personale. Ho avuto la possibilità di stare a stretto contatto con la cultura e la lingua italiana, di visitare nuovi e bellissimi posti, di camminare sotto un’intensa nevicata per la prima volta nella mia vita, di condividere conoscenze ed esperienze con altre persone, di fare grandi amicizie come con Paola Bonaccorso che mi ha insegnato come fare il miglior tiramisù che avessi mai mangiato; Rexhi, con cui ho imparato molte canzoni italiane e con cui eravamo soliti cantare e suonare nella “Casa di Macherio” la sera; Carlo, che ha preparato la nostra ultima cena presentandosi con la sua fantastica pizza siciliana (lo sfincione); e la signora Luisella, che mi ha aiutato con le pratiche burocratiche per la sistemazione.

Dopo questi memorabili 4 mesi sono tornata in Portogallo e in aprile del 2016 ho completato la specialità in ematologia. L’esperienza fatta a Monza è stata molto importante per me e per i miei colleghi portoghesi. Oggi giorno sono ancora in contatto con i dottori di Monza, specialmente con il dr. Rizzari che con la sua enorme esperienza medica e la sua cordialità spesso ci aiuta ad approfondire e risolvere molti casi clinici particolarmente impegnativi. Attualmente sto per firmare un contratto di lavoro con un ospedale distrettuale. Sempre quest’anno ho intenzione di richiedere l’ammissione a un programma di PhD per scienze biomediche e ricerca clinica per accedere ad altri studi sui tumori del sangue o sul trapianto ematopoietico. Nessuno può mai sapere cosa il futuro gli riserverà. Fortunatamente possiamo portare con noi il nostro bagaglio di esperienze. A volte dobbiamo farvi affidamento e usarle come una bussola per orientarci nelle nostre scelte e acquietare le nostre paure. Forse più che al passato, siamo costantemente spinti a guardare al futuro. A volte è difficile rimanere concentrati, fermarsi e guardarsi attorno, stare con chi si ama, passeggiare e trarre piacere da quelle piccole cose che solitamente ci perdiamo. Al di là di tutti gli aspetti professionali di cui ho parlato fin qui, la lezione più importante l’ho imparata dai piccoli e coraggiosi pazienti di Monza che ho avuto la possibilità di assistere. Se devo scegliere tre parole per descriverli sceglierei: coraggio, saggezza e determinazione, sempre con il sorriso sulle labbra.

Isabel Bogalho