La storia di Manuela, volontaria del Comitato Maria Letizia Verga
Entro in contatto con il comitato maria letizia verga nel marzo del 2017, quando al mio nipotino tommaso, che all’epoca aveva 3 anni, viene diagnosticata la leucemia linfoblastica acuta.
È inutile dire che sono stata travolta da tutta una serie di emozioni, tutte negative: dolore, smarrimento, incredulità, paura e rabbia.
Mi vorrei soffermare su quest’ultima emozione: esistono due tipi di rabbia, quella distruttiva e quella costruttiva.
Nella rabbia distruttiva ti chiudi, odi il mondo intero e rimani ferma nella stesso punto, imprecando contro tutto e tutti.
Con la rabbia costruttiva, invece, crei energia che in qualche modo devi incanalare.
È stata questa forma di rabbia a farmi diventare una volontaria del Maria Letizia Verga.
Un anno fa sapevo pochissimo sulla leucemia: non sapevo, per esempio, che avrebbe costretto Tommy a lunghi periodi di isolamento. Durante questi periodi, in cui potevo comunicare con lui solo attraverso video-chat, mi sentivo impotente.
Volevo aiutarlo, volevo fare di più per lui e non mi era permesso.
Ed è con questo spirito che ad un certo punto ho visto, sul sito del Maria Letizia Verga, che per Pasqua cercava volontari per la vendita delle “uova della speranza” e che Milano era una zona scoperta.
Mandare una mail e offrirmi come volontaria è stata un’azione che ha richiesto pochissimi secondi: “ok – mi sono detta – non posso vedere Tommy ma se aiuto il verga a raccogliere fondi, di riflesso, aiuto anche lui”.
Così ha avuto inizio la mia storia di volontaria. Così ho utilizzato la mia rabbia costruttiva.
E così nel weekend del 24 e 25 marzo 2018 il mio banchetto solidale è diventato realtà e al grido di #forzatommy è partita la mia avventura.
È stata un’esperienza incredibile dal punto di vista emotivo. Non solo perché facendo il banchetto nella mia zona, ho potuto constatare quanta gente ci voglia bene e abbia voluto aiutare Tommy ma anche per le incredibili storie di vita che, persone sconosciute, mi hanno raccontato venendo a prendere l’uovo.
Sono state tante le persone che direttamente o indirettamente hanno conosciuto la realtà del maria letizia verga e ascoltare le loro storie mi ha fatto sentire meno sola e mi ha dato speranza. Quando incroci certi occhi, che ti dicono che sanno cosa stai provando, sai che è vero. La condivisione è un ottimo strumento di supporto.
E poi, sembrerà una banalità, ma quando fai del bene, ti senti meglio anche tu:
quando sono andata al verga a consegnare la somma raccolta, ero felice di aver potuto fare comunque qualcosa per Tommy e per tutti i piccoli, grandi guerrieri che stanno lottando insieme a lui.
Al Verga mi hanno detto che siamo tante e che ci chiamano “l’esercito delle zie”: l’augurio che vi faccio è che anche voi possiate trasformare la vostra rabbia in energia positiva.
Io, al grido di #forzatommy, continuerò ad incanalare la mia rabbia in questo modo, facendo la volontaria: vi aspetto ad ottobre con le zucche di Halloween!