LE NOSTRE STORIE | 10 Luglio 2018

La storia di Manuela, volontaria del Comitato Maria Letizia Verga

Entro in contatto con il comitato maria letizia verga nel marzo del 2017, quando al mio nipotino tommaso, che all’epoca aveva 3 anni, viene diagnosticata la leucemia linfoblastica acuta.

È inutile dire che sono stata travolta da tutta una serie di emozioni, tutte negative: dolore, smarrimento, incredulità, paura e rabbia.

Mi vorrei soffermare su quest’ultima emozione: esistono due tipi di rabbia, quella distruttiva e quella costruttiva.

Nella rabbia distruttiva ti chiudi, odi il mondo intero e rimani ferma nella stesso punto, imprecando contro tutto e tutti.

Con la rabbia costruttiva, invece, crei energia che in qualche modo devi incanalare.

È stata questa forma di rabbia a farmi diventare una volontaria del Maria Letizia Verga.

Un anno fa sapevo pochissimo sulla leucemia: non sapevo, per esempio, che avrebbe costretto Tommy a lunghi periodi di isolamento. Durante questi periodi, in cui potevo comunicare con lui solo attraverso video-chat, mi sentivo impotente.

Volevo aiutarlo, volevo fare di più per lui e non mi era permesso.

Ed è con questo spirito che ad un certo punto ho visto, sul sito del Maria Letizia Verga, che per Pasqua cercava volontari per la vendita delle “uova della speranza” e che Milano era una zona scoperta.

Mandare una mail e offrirmi come volontaria è stata un’azione che ha richiesto pochissimi secondi: “ok – mi sono detta – non posso vedere Tommy ma se aiuto il verga a raccogliere fondi, di riflesso, aiuto anche lui”.

Così ha avuto inizio la mia storia di volontaria. Così ho utilizzato la mia rabbia costruttiva.

E così nel weekend del 24 e 25 marzo 2018 il mio banchetto solidale è diventato realtà e al grido di #forzatommy è partita la mia avventura.

È stata un’esperienza incredibile dal punto di vista emotivo. Non solo perché facendo il banchetto nella mia zona, ho potuto constatare quanta gente ci voglia bene e abbia voluto aiutare Tommy ma anche per le incredibili storie di vita che, persone sconosciute, mi hanno raccontato venendo a prendere l’uovo.

Sono state tante le persone che direttamente o indirettamente hanno conosciuto la realtà del maria letizia verga e ascoltare le loro storie mi ha fatto sentire meno sola e mi ha dato speranza. Quando incroci certi occhi, che ti dicono che sanno cosa stai provando, sai che è vero. La condivisione è un ottimo strumento di supporto.

E poi, sembrerà una banalità, ma quando fai del bene, ti senti meglio anche tu:

quando sono andata al verga a consegnare la somma raccolta, ero felice di aver potuto fare comunque qualcosa per Tommy e per tutti i piccoli, grandi guerrieri che stanno lottando insieme a lui.

Al Verga mi hanno detto che siamo tante e che ci chiamano “l’esercito delle zie”: l’augurio che vi faccio è che anche voi possiate trasformare la vostra rabbia in energia positiva.

Io, al grido di #forzatommy, continuerò ad incanalare la mia rabbia in questo modo, facendo la volontaria: vi aspetto ad ottobre con le zucche di Halloween!