Incontro con Papa Francesco
Capita che in un momento di difficoltà, le nuvole si aprano e un raggio di luce venga a baciarti.
La quotidianità è una giostra emotiva, un ottovolante dello spirito. Sei triste e pensieroso, poi felice per una buona notizia; lo stato d’animo cambia rapidamente, spesso. Viviamo in un momento di generale aridità dove chi ci vive intorno è talmente condizionato dalle nevrosi della vita che difficilmente si guarda intorno. Lo riscontro nella guida, nel condominio, nella scuola, nel lavoro, luoghi e momenti dove chiedersi “ma è davvero questo il mondo che voglio vivere?!”. Poi arriva l’invito della Magica Cleme e del Comitato Maria Letizia Verga, un invito per andare a Roma all’udienza con il Santo Padre e ti chiedi quante persone, quanta attività, quanta passione e quanta generosità stiano dietro a quell’invito, ecco il raggio di luce. Accetto, con entusiasmo. Penso che portare mia figlia a vedere da vicino Papa Francesco sia un esperienza preziosa.
Partiamo in pullman dal San Gerardo, luogo che solitamente corrisponde ad ansie e pensieri ma che oggi invece regala sorrisi. Prima di partire tutti parlano, cantano, sorridono, esprimono con gioia la loro grande aspettativa. Siamo abituati a vedere il Papa in televisione, lo sentiamo parlare, condividiamo ogni parola, ne parliamo in casa, ma l’idea di vederlo tra poche ore ci riempie di gioia.
Il viaggio è lungo ma ci permette di parlare con gli altri, di condividere, di regalarci qualche ora di serena e tranquilla noia. Arrivo a Roma in serata, hotel nei pressi del Vaticano, cena, a letto presto per goderci in pieno la giornata che ci aspetta domani. Qualcuno si avventura nella “città eterna” per la passeggiata serale, in fin dei conti è bello camminare per strade dove si respira la storia.
Sveglia presto, colazione, e tutti insieme camminiamo verso l’incontro con la (nostra) storia, per un incontro che mai dimenticheremo. Vania, la preziosissima Vania, ci suggerisce di arrivare per tempo cosi da prendere i posti migliori.
Arriviamo in piazza San Pietro, passiamo i controlli, incontriamo gli amici di FIAGOP che ci indicano i posti; sono i migliori, davanti a tutti, vicino a dove passerà Francesco sulla sua papamobile. Il cielo è azzurro, il sole caldo, la festa intorno a noi è cominciata. Roma è sempre bella e suggestiva, essere qui un dono.
La piazza si riempie, fino a quando un grido e un applauso si alzano forti, le telecamere inquadrano il Papa che ancora noi vediamo solo sui grandi schermi della piazza ma che è in arrivo. Dopo pochi secondi ci passa davanti, vicino, vicinissimo; ci saluta dall’auto, ma facciamo in tempo a vedere quegli occhi profondi, buoni, intelligenti. Fatto il giro della piazza, si ferma, scende dall’auto, si avvicina a noi e comincia a carezzare i nostri figli, a prendere le loro mani, a guardarli sorridendo donando loro parole dolci, di conforto. I genitori a pochi passi di distanza hanno le lacrime agli occhi. Avere il Papa vicino ti fa vivere un emozione potente, senti vibrazioni irrazionali, senti una presenza che mai avresti pensato di sentire e vivi un’intensità che non conosci. È il suo carisma, la sua presenza, la sua dimensione umana.
Dura un attimo, ma paiono secoli. Capita di commentare con una mamma che mi sta accanto che il motivo per cui siamo li è devastante, ma la malattia è comunque una presenza certa; vedere Papa Francesco che stringe le mani di tua figlia è un passo verso l’allontanamento dal buio, una fuga, un passo verso la speranza e la gioia.
Si allontana, sale sul sagrato, inizia a parlare e lo fa comunicando come suo solito con un’intensità sconvolgente, con la lucidità e la profondità di chi sa di poter parlare di Fede e di Speranza, quelle con la maiuscola. Roma è in silenzio; quello che mi colpisce è che per mezz’ora non si senta un rumore, un aereo, una sirena, un clacson, un cane che abbaia o un gabbiano che urla. Sono nel centro di una delle città più caotiche che conosca, ma mentre Francesco parla l’atmosfera è cosi intensa che tutto svanisce, rimane lui al centro con quel Suo abito bianco, solo con i tuoi pensieri, che mai come oggi sono pensieri belli.
Come una favola, come la nebbia, svanisce; termina l’Udienza, piazza San Pietro si svuota, restiamo a goderci il momento e il calore, non solo del sole. Ci regaliamo una passeggiata, un gelato, poi saliamo sul pullman che ci porta a casa. Il punto di arrivo è lo stesso, ma noi non lo siamo.
Il viaggio lo passiamo a cercare foto, immagini, ricordi, dandoci appuntamento alla prossima iniziativa della Magica Cleme che ringrazio assieme al Comitato Maria Letizia Verga e FIAGOP, per il dono che ha fatto a mia figlia, a me e a quelli che con noi hanno vissuto questa meravigliosa esperienza. Un dono che mai come questa volta, resterà per sempre nei nostri cuori, il raggio di sole che illumina le giornate nuvolose nelle quali non ricordi ogni goccia di pioggia, ma solo il calore che ricevi.
Alberto (papà di Sara)