Medici e maestri alleati nella cura
“La festa di fine anno scolastico è stata bellissima! Sono stata promossa, la mia malattia non c’è più. Sono felice! Grazie. Le maestre sono state stupende compagne di viaggio” – ce lo dice Beatrice, 8 anni, affetta da leucemia e in cura presso il Centro di Ematologia Pediatrica dell’ A.O. San Gerardo di Monza, Fondazione MBBM diretto dal prof. A.Biondi.
Le sue insegnanti della scuola in Ospedale, fiore all’occhiello dei Centri dell’AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) sono “stupende compagne di viaggio”. Il viaggio è il tunnel imposto dalle cure per la leucemia, compagne di viaggio perché con la loro competenza, discrezione, professionalità e dedizione hanno saputo mantenere la scuola e l’insegnamento come la “seconda” casa dei bambini. E se parliamo di qualità di vita di un bambino durante le cure non possiamo non contemplare la scuola. Scuola in ospedale come scuola di “passaggio” per ritornare e rientrare a pieno titolo nella scuola di origine. Questo obiettivo con l’abilità degli insegnanti è l’obiettivo da perseguire e da tenere presente.
Ovviamente in questo c’è tutta la capacità organizzativa della scuola stessa: contatto costante con gli insegnanti della scuola di origine, videoconferenze con la classe di appartenenza, preparazione di insegnanti e alunni al rientro in classe del bambino malato, lezioni individuali e di gruppo, la scuola a domicilio (in casi molto selezionati e particolari). Mondo vivo, mondo in continua evoluzione, mondo “ospedaliero” di passaggio, ma la scuola “spesso” poco desiderata da chi sta bene (processo tutto sommato naturale) è amata da chi non sta bene.
Alessandro, 10 anni, affetto da leucemia in fase di progressione di malattia nonostante chemioterapia e trapianto di midollo osseo così ci scrive: “…intanto qui in ospedale io mi annoio tanto anche se ho una camera tutta per me, con il televisore, la wii, il computer, il ping-pong, il canestro di basket… e tante persone che mi vengono a trovare: Francesca, l’animatrice, la maestra Angela, i clown-dottori, le infermiere che ormai sono amiche, zii, nonni, parenti, amici, eccetera… però io vorrei tanto stare a scuola con voi! Vi saluto tutti e anche i maestri e le maestre”.
Chi meglio di Alessandro può testimoniarci dell’importanza per un bambino della scuola? E chi meglio della scuola in ospedale può soddisfare sul piano culturale e umano questo vero desiderio?
Riflettiamoci bene e con sempre maggiore convinzione.