Caro Signor Verga,
sento l’urgenza di scriverle queste righe poiché non ho avuto modo di salutarla prima di concludere la mia attività lavorativa per pensionamento il 31/12/2021.
Forse non è un caso che non l’abbia incontrata perché in questi ultimi giorni sono stata sovrastata da molte emozioni e come un flashback mi sono venute in mente tante immagini e momenti vissuti fin dall’inizio, nell’aprile del 2002.
Grazie alla sua generosità, operosità e profonda umanità, ho potuto conoscere, vivere, partecipare a questa realtà umana toccante, dove il dolore si alterna alla gioia, la paura alla speranza, la lotta alla resa. Ma ho anche compreso che la resa rende forte, il riconoscere il dolore e stare con esso conduce ad aprirsi al mondo degli altri, a condividere il proprio ed altrui dolore finché esso diventa azione che apre le porte a speranze, a costruzioni di mattoni di amore, compassione e profonda partecipazione.
Ciò che lei ha costruito concretamente è impregnato di questo amore. Amore che crea amore, passione, forza per la vita di tutti i piccoli malati che passano al Centro Maria Letizia Verga, dove trovano un luogo del cuore grazie ai tanti collaboratori che si dedicano a loro e ai loro sogni!
Quello che mi preme ancora dirle è quanto questa realtà ha inciso nella mia vita personale, quanto il trovare un luogo di lavoro che si confacesse alla mia ricerca profonda di sentirmi utile in ambiti dove si trovano i più fragili, dove c’è bisogno di sostenere concretamente chi si prodiga per i fragili, quanto tutto questo mi abbia fatto comprendere la relatività della nostra umana vita, e la bellezza che questa vita ci riserva, la forza e la resilienza inaspettate che possono scaturire da ognuno di noi quando tutto sembra crollare.
Mi si aprono davanti agli occhi immagini di momenti di emozione, i pianti dei nostri specializzandi, le sorprese per la forza inattesa di bambini molto malati, la gioia per pazienti diventati grandi e volenterosi di aiutare a loro volta, grazie alla loro esperienza personale, scegliendo la professione del medico, la dedizione dei nostri medici nell’affrontare con molta attenzione caso per caso, senza dare mai nulla per scontato.
E’ di questo piccolo grande universo di umanità che sono grata e sarò grata nei tempi a venire, affinché mi sia di esempio nei momenti di sconforto e sofferenza, ma anche di passione, di entusiasmo e gioia della mia prossima vita.
Un grazie immenso a lei e a tutti i suoi collaboratori, alle colleghe del Comitato, a chi promuove con autenticità il Centro Maria Letizia Verga, affinché continui ad essere un centro di eccellenza per la scienza medica, ma soprattutto per la scienza del cuore, la più umana delle scienze!
Con affetto,
Andreina
Il Comitato Maria Letizia Verga partecipa alla campagna nazionale Accendi d’Oro, accendi la speranza, dedicata alla sensibilizzazione di istituzioni e opinione pubblica sull’oncoematologia pediatrica. In occasione di questo importante appuntamento, ogni sera dal 21 al 27 settembre, la Villa Reale di Monza si illuminerà di luce dorata per i bambini e gli adolescenti malati di leucemia e linfoma in cura al Centro Maria Letizia Verga.
L’iniziativa, promossa da FIAGOP – Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia Pediatrica, si inserisce nell’ambito del Settembre d’oro mondiale dell’Oncoematologia Pediatrica: mese in cui monumenti e punti di interesse di tutto il mondo risplendono di luce dorata per accendere simbolicamente i riflettori sulle problematiche dei tumori in età pediatrica. Inoltre, sono milioni le persone che in questo periodo dell’anno indossano un nastrino d’oro, colore che ricorda quanto siano preziosi i bambini e gli adolescenti colpiti dal cancro, la principale causa di morte per malattia dei bambini.
«Nonostante la ricerca abbia fatto passi da gigante negli ultimi decenni, permettendo all’80% dei bambini malati di guarire, c’è ancora moltissimo lavoro da fare. Questo tipo di iniziative ci ricordano quanto sia fondamentale tenere viva l’attenzione di tutti, soprattutto nei momenti di difficoltà come quello che stiamo attraversando, perché i bambini non hanno mai smesso di avere bisogno delle nostre cure e della nostra assistenza. In questi mesi di emergenza il Comitato non si è mai fermato e il nostro obiettivo continua ad essere quello di guarire ogni giorno un bambino in più.» commenta Giovanni Verga, Presidente del Comitato Maria Letizia Verga.
«In Italia sono circa 2.400 le nuove diagnosi di tumori infantili ogni anno, spiega il Sindaco Dario Allevi. Sono numeri drammatici contro i quali nella nostra città, ogni giorno da quarant’anni, combatte il Comitato Maria Letizia Verga. E grazie alla passione e all’impegno di medici, infermieri e volontari i bambini, che sono costretti a fermarsi per un po’ a causa della malattia, una volta guariti ripartono con la stessa energia e voglia di vivere».
Con questi propositi il Comitato rilancia la campagna L’assistenza non si ferma sulla piattaforma di crowdfunding www.retedeldono.it il cui intento è quello di far fronte alle spese di gestione ordinaria e straordinaria per l’emergenza COVID-19 del Residence Maria Letizia Verga: una casa di accoglienza a disposizione dei bambini e delle famiglie residenti lontano dall’ospedale, che non sono in grado di poter tornare a casa al termine delle giornate di terapia in Day Hospital.
L’invito è quindi quello di sostenere la campagna di raccolta fondi del Comitato e non perdersi il suggestivo ed emozionante spettacolo che animerà la Villa Reale di Monza nei prossimi giorni, perché è solo grazie a una maggiore sensibilizzazione sul cancro infantile che si avranno un aumento dei finanziamenti alla ricerca, terapie più adatte e mirate per i bambini e, infine, un miglioramento nei risultati di cura.
#accendidoro, #GoGold, #iostoconilcomitato #lassistenzanonsiferma
L’idea di uno spettacolo teatrale che raccontasse la storia di questi 40 anni è nata dall’incontro che sembra casuale tra noi, la nostra attrice del cuore, Orsetta Borghero, (che da anni presta la sua voce e la sua carica emotiva ineguagliabile a tutta la comunicazione della nostra associazione) e uno dei più bravi autori del panorama italiano odierno, Bruno Fornasari.
È bastato un incontro un pomeriggio al Teatro Filodrammatici di Milano, dove Bruno è direttore artistico, perché quello che sembrava un progetto quasi impossibile prendesse forma. La nostra storia e la professionalità degli artisti, chiamati a realizzare il progetto, non sarebbero bastati se ancora una volta non ci fosse stata la sensibilità, la voglia di fare qualcosa per gli altri e la disponibilità di volere capirci e voler entrare nel nostro mondo e nella nostra realtà.
Ed ecco qui il miracolo, come se nascesse dalla memoria delle migliaia di persone che hanno avuto una parte in questi quarant’anni, si apre il sipario e la grande emozione inizia. Due giovani autori e attori usciti dalla scuola dei Filodrammatici: Dario Merlini e Alessandro Savarese scrivono parola per parola la nostra storia. Bruno Fornasari guida sapientemente la regia e tutta la messa in scena.
Nove attori straordinari si succedono sul palco con alle spalle un lavoro enorme emotivo e professionale per arrivare a essere noi, noi Comitato. I medici, Giovanni Verga, i genitori, i bambini che non ce l’hanno fatta, a partire da Maria Letizia, a tutti quelli che sono diventati grandi e vivono intorno a noi con noi. E sul palco la scena finale: un gruppo di ragazzi guariti che sale e ci ricorda che dobbiamo contare gli anni in ragazzi guariti. Questa è la nostra missione, questo è il nostro sogno.
Il nostro grazie immenso va agli straordinari attori che hanno per più di un mese dedicato il tempo a questa nostra storia con una dedizione, rispetto e cuore che solo i grandi artisti possono esprimere: Orsetta Borghero, Tommaso Amadio, Dario Merlini, Alessandro Savarese, Silvia Altrui, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Daniele Crasti, Ilaria Longo e Umberto Terruso.
E grazie a Nicola Savino, un ospite speciale che ha voluto salire sul palco per fare la voce narrante che con ironia, cuore e spontaneità ci ha accompagnato in questa serata indimenticabile.
Carissimi,
vorremmo condividere con voi questa informazione, doverosa forse più per chi non conosce nel dettaglio la nostra realtà e la nostra missione.
Il Comitato Maria Letizia Verga ogni anno raccoglie fondi da reinvestire nelle attività di cura, ricerca e assistenza del Centro Maria Letizia Verga per lo studio e la cura delle Leucemie di Monza, reparto di ematoncologia pediatrica, che da 40 anni rappresenta un’eccellenza in Italia. Le nostre raccolte fondi sono necessarie al supporto delle cure nei reparti clinici di eccellenza e in buona parte per la continuità della ricerca del Centro Tettamanti che, come potete capire, non può fermarsi.
Inoltre, i nostri fondi sono destinati all’aiuto di tante famiglie di bambini e ragazzi ricoverati nei nostri reparti che non hanno possibilità di affrontare un periodo di cura lungo, spesso anni, senza un supporto economico e logistico.
Tutte le nostre voci di raccolta e spesa sono documentate nei bilanci certificati e pubblici che potrete
trovare nei nostri siti ufficiali.
Siamo costretti, come tutti, in questo momento a fare i conti con un’emergenza che non ha precedenti
e con chiare esigenze di priorità che a tutti sono ben chiare.
Vi possiamo anche dire che:
• Al Centro Maria Letizia Verga i nostri piccoli pazienti stanno ricevendo, nel massimo della
sicurezza, secondo tutte le disposizioni dei nostri responsabili sanitari, tutte le cure necessarie
per continuare a combattere la loro malattia grazie ai nostri medici, infermieri e personale
sanitario.
• Il nostro Direttore della clinica e direttore sanitario della Fondazione MBBM, Prof. Andrea
Biondi, fa parte dell’Unità di crisi dell’Ospedale San Gerardo ed è in prima linea con la sua
competenza, prestando quotidianamente il suo intervento in questi giorni di massima allerta a
fianco dei reparti dell’Ospedale di Monza direttamente operativi sull’emergenza Covid 19.
• 4 dei nostri medici si sono messi a disposizione degli altri reparti per l’emergenza in corso e
prestano la loro attività, seguiti da vicino dal prof. Biondi.
• Per quello che potremo, e nel massimo della collaborazione, aiuteremo direttamente anche con
l’acquisto di strumenti gli altri reparti dell’Ospedale San Gerardo, attività già in atto con alcune
azioni specifiche e direttamente coordinate con il Prof. Biondi e la Direzione del San Gerardo.
Al tempo stesso, però, è doveroso specificare, vista la premessa iniziale, che dobbiamo limitare i danni
al fermo di tutte le nostre attività correnti (manifestazioni, eventi, raccolte pubbliche di fondi) per dare ai nostri medici e ai nostri reparti la possibilità di andare avanti a curare la leucemia e i linfomi che nel momento di questa pandemia restano le malattie da combattere.
Comprenderete, quindi, che è doveroso continuare a lavorare, seppur da casa, nel cercare di
contenere le perdite e i danni alla nostra attività, perché NON POSSIAMO SMETTERE DI
GUARIRE UN BAMBINO IN PIU’.
Anche l’attività di consegna in alcune zone tramite corriere delle nostre Uova di Pasqua è un’azione di
recupero.
Il team della Segreteria e della Comunicazione e Fundraising è attivo per continuare a svolgere
al meglio tutte le azioni necessarie.
Certi della comprensione e dell’aiuto, INSIEME CE LA FAREMO!
Grazie a tutti di cuore,
il Presidente Giovanni Verga
la Responsabile Comunicazione e Fundraising Lorella Marcantoni
Carissimi genitori e amici,
dobbiamo comunicarvi che a partire da domani il Comitato Maria Letizia Verga chiude completamente i propri uffici.
Fino ad oggi siamo riusciti a tenere regolarmente aperta la Segreteria del Comitato, grazie alla presenza di Michela, ma purtroppo per disposizioni legate al nostro Centro e per rispetto delle indicazioni di sicurezza sanitaria, vi informiamo che a partire da domani 12 marzo 2020 anche la Segreteria sarà chiusa.
Tutto il team del Comitato resta comunque a vostra disposizione e per qualunque necessità potete contattarci al numero 342.0070626 dal lunedì al venerdì nel seguente orario: dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 17. Restiamo sempre in contatto con tutti voi anche con i social e con il nostro sito.
Vogliamo cogliere l’occasione per esprimere, anche a nome dei nostri genitori, la più profonda gratitudine ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario del Centro Maria Letizia Verga per gli sforzi che ogni giorno continuano a fare per garantire ai nostri bambini e ragazzi le migliori cure e la migliore assistenza. Desideriamo inoltre esprimere la nostra totale vicinanza anche a medici, infermieri e operatori di tutti gli altri reparti dell’Ospedale San Gerardo impegnati a combattere questa emergenza. Coraggio!
Grazie a tutti.
#NOIRESTIAMOACASA…fatelo anche voi, è fondamentale. Contiamo sull’impegno di tutti, ora più che mai, perché siamo certi che INSIEME POSSIAMO FARCELA.
Un caro saluto,
il Presidente Giovanni Verga
Si racconta mamma Alessia, che ha creato i costumi per gli Instabili. “Impossibile non farsi travolgere dalla bellezza di vita che si sprigiona tutta intorno”: così ci racconta la magia del progetto-spettacolo del Comitato.
Una mattina, al Comitato, ero passata a ritirare del cioccolato e scopro che stavano pensando di mettere in piedi uno spettacolo. Subito il mio entusiasmo va alle stelle e dico: “Se per caso doveste avere bisogno per i costumi…io posso dare una mano”. E così è stato! “Le misure, dobbiamo prendere le misure!”: ed eccomi lì, di fronte a persone sconosciute in mutande con un metro in mano…un ottimo inizio il mio!
Non conoscevo quasi nessuno, ma è bastata una pizza dopo le prove per sentire l’unione del gruppo e la fantastica apertura del cuore all’accogliere. È stato un periodo faticoso, il lavoro sempre fino a tardi, un trasloco, ma, quando, dopo una giornata estenuante, varcavo la soglia della palestra per le prove…MAGIA! I saluti, i sorrisi, le risate tra un balletto e l’altro…l’unione vera di tutte queste persone, così diverse ma così simili, e tutto il resto svaniva nel nulla! Tutto mi ha fatto sentire parte integrante degli INSTABILI.
Mattinate e domeniche libere passate, tra uno scatolone e l’altro, a tagliare e cucire stoffe, bottoni, elastici, tutto in continua evoluzione: sembrava non esserci mai una fine! Ma quando, durante lo spettacolo, tutto è andato per il meglio, cambi super veloci compresi, è stata una grande soddisfazione personale e una grande gioia essere lì, sapendo che tutta la fatica fatta aveva dato i suoi risultati!
La spinta all’essere parte di questo progetto è stata istintiva, semplicemente nata dalla voglia di dare una mano, di rimettersi in gioco in qualcosa che non facevo più da anni.
Gli INSTABILI? Un uragano di allegra follia! Impossibile non farsi travolgere dalla bellezza di vita che si sprigiona tutta intorno.
Se siete venuti a vedere lo spettacolo lo avete visto: tutto è stato possibile perché ognuno di noi ha fatto la sua parte; solo rimanendo uniti, anche nelle difficoltà di ognuno, è stato possibile arrivare in fondo al progetto e realizzare lo spettacolo! Un sogno nel cassetto? Un progetto teatrale scritto da noi…
Al signor Verga voglio dire GRAZIE! GRAZIE per aver dedicato la sua vita alla realizzazione di un grande centro di ricerca e cura, ma soprattutto GRAZIE per i suoi dolci sguardi e le sue amorevoli carezze al cuore rivolte a noi mamme. Il giusto nutrimento per ritrovare un po’ di pace.
Se non siete riusciti a venire a vederci, non preoccupatevi, abbiamo tante repliche in programma!
Oscar, papà di Federico. “Recitare nel musical del Comitato, un’emozione dopo l’altra”
Ricordo di essere stato “scritturato” dalla Fede, che conoscevo benissimo, è da una certa Rosanna….sapevo fosse una mamma del centro, amica di Gloria, mia moglie, ma nulla di più. Sono stato fermato nel salottino del Day Hospital e messo al corrente di una probabile iniziativa: la realizzazione di un musical con l’intento di raccogliere fondi a favore del comitato. Non chiesi molte spiegazioni e dissi subito di SI. D’altra parte sono una persona che si butta in qualsiasi esperienza nuova, con poca vergogna e buon spirito di compagnia. Oltre ad aver avuto un senso di “gratitudine” per il fatto di essere stato scelto tra tanti e poi mi sono detto: “ ma sii, cosa sarà mai, faccio sempre parte dello staff nei villaggi quando vado al mare….vuoi che non possa farlo per una causa molto più importante?!?!?!?”
Non sapevo e non ho saputo chi sarebbero stati gli altri “scritturati” fino alla sera del primo incontro. Non ne conoscevo molti. Oltre alle ragazze dell’ufficio del comitato, Raffaella, Martina e Federica, conoscevo Daniele dell’accettazione, Stefy, infermiera del DH e la dottoressa Fabiola Dell’acqua, che ha seguito Federico all’esordio della malattia.
Degli altri nessuno…se non di vista.
Instaurare immediatamente un ottimo rapporto con tutti è stato semplice…primo su tutti, ma perché schietto e soprattutto matto come me (….anche un po’ di più) con Alessandro e con il passare del tempo anche con tutto il resto del gruppo, rivelatosi abbastanza “matto”.
Trovare dei “BEST MOMENTS” passati in questa esperienza mi è veramente impossibile. Impossibile perché è stato un susseguirsi di emozioni sempre crescente; dai primi passi,ai primi miglioramenti, ai primi contrasti, ai nuovi arrivi nel cast, come Martina, Claudio, Agostino, subentrati in corsa. Poi ancora il momento dell’unione al corpo di ballo, nuove conoscenze come Domy, Alessandra e Marika, il dover imparare i balletti e le corografie di Simonetta. E ancora, le prime prove generali, le prove a teatro, l’ansia che cominciava a salire, un po’ di nervosismo che la seguiva ma …..ma sempre quella gran voglia di dare il meglio ed arrivare fino in fondo con il motto: vada come vada, l’importante è divertirsi…ma SOPRATTUTTO alla fine ancora tutti amici.
È importante essere alleati perché anche e soprattutto le battaglie più dure non si affrontano mai da da soli, c’è chi sta in trincea e chi ti copre le spalle… perché se è vero che da soli si va più veloci è ancor più vero che INSIEME si va lontano e quindi INSTABILI… tutta Italia ci attende con il nostro “C’è un sogno che…”.
Emozioni, luoghi e persone che rimarranno per sempre nella nostra vita; ricordi che regaleranno un sorriso ed altri che faranno scendere una lacrima.
Non bisogna mai aspettare quando si può fare qualcosa…magari non è sempre la cosa giusta ma è quella che in quel momento ti fa felice.
Ci sono i bambini e i genitori speciali che sono entrati nella nostra vita e vi sono rimasti, infermieri che sono angeli sulla terra perché, oltre alla professionalità, ci hanno avvolto nel calore della solidarietà e dell’amore sincero.
Il tempo, il supporto e l’affetto che ci sono stati donati sono state le cose più preziose.
Il Nonno Verga, come lo chiama Federico, e chi vi lavora per i nostri bambini rappresentano TUTTO QUESTO e molto di più.
Questa è solo la nostra storia, una parentesi di leucemia che, però, ha sconvolto e travolto molte famiglie e vi saremo riconoscenti se vorrete aiutarci a guarire un bambino in più!
Francesca, la nostra dottoressa che coordina il team Sport Therapy, ci racconta che cosa sono per lei gli Instabili e perché andare a vederli.
William, uno dei miei scienziati motori, al mio rientro dall’Australia, mi ha detto che alcuni genitori e volontari del Comitato stavano cercando partecipanti a un musical. Ho pensato che fosse una occasione pazzesca per fare qualcosa di utile per sostenere il Comitato e convincere il team Sport Therapy a mettersi in gioco. Accanto a me, Giorgia ha colto la sfida, scienziata motoria, e così, insieme, abbiamo deciso di partecipare. D’altronde quanti medici dello sport hanno mai avuto l’occasione di fare la ballerina di fila in un musical? L’occasione della vita era lì a portata di mano e mi sono buttata pensando. “Che sarà mai?”. Si va lì, si fanno 2 passetti, ci si vede una volta al mese. Indolore praticamente. E invece sono finita in pasto alla Simo, la nostra coreografa, con le altre ballerine, ed è iniziato l’incubo… Prove durissime condotte con un piglio di ferro e una voce gentilissima. Sudore e passione, in confronto l’Iron Man sarebbe stata una passeggiata! Ne siamo uscite allenate, più forti, unite e compatte, in grado di fare cose con dei nomi assurdi tipo “snap-snap, cigno destra, cigno sinistra, vomitino, etc” e “SORRIDETE!!!!”.
A credere insieme con me in questo progetto c’erano tante persone che vedo spesso qui al Centro, ma nelle prove del musical sono usciti aspetti nuovi, buffissimi e un po’ matti che mi hanno fatto apprezzare ancora di più la loro umanità.
Anche vedere il dott. Jankovic e il sig. Verga vestiti da preti è stato un momento che non avrei mai pensato potesse esistere. E invece è stato fantastico!
La mia difficoltà maggiore è stata capire quando entrare in scena e dove mettermi rispetto agli altri della troupe. Ho dovuto fare degli schemi in power point per potermi aggirare sul palco senza trovarmi nel posto sbagliato. Mi sono impegnata tanto e anche divertita… ho deciso di accettare l’imprevisto come parte dello spettacolo e di divertirmi ovunque fossi finita sul palco. E così è stato. Credo che fosse evidente a tutti quelli che sono venuti a vederci che eravamo molto solidali l’uno con l’altro perché sapevamo che potevamo sbagliare. E felici l’uno per l’altro quando la scena o il balletto andavano bene. Si sentiva l’energia che tutto il gruppo emanava: una squadra degna di un mondiale di musical!
Cosa mi ha spinto a fare tutto questo? Ancora oggi me lo chiedo. E non è ancora finita, pare andremo in tournée. Per il momento in Lombardia. Ma perché porsi limiti? Presto ci chiederanno di uscire dalla regione, magari finiremo anche in Svizzera. Sto già pensando al sonno perso, all’adrenalina dopo le prove per cui non riesco a dormire, al caldo delle prove a luglio… Crediamo tutti che sia importante dare un messaggio alle nostre bambine e ragazze, ai nostri bambini e ragazzi, alle loro famiglie. Noi ci siamo, per voi, con voi. Assieme possiamo affrontare qualsiasi cosa anche quando è nuova ed è molto difficile.
Cosa rappresentano per me gli Instabili? In una frase…Sono dei pazzi. E sono orgogliosa di farne parte. Qua i sogni diventano realtà in fretta, viviamoli intensamente.
A chi deve venire a vederci dico, perché non si perda lo spettacolo: portate boa di struzzo e paillettes, perché è l’occasione giusta per sfoggiarli. Portate i fazzoletti perché si ride a crepapelle e ci si commuove. Portate i vostri amici perché vi ringrazieranno di aver fatto loro conoscere questa bellissima realtà. C’è un sogno che…. Continua!
Agostino, da volontario al palco degli Instabili. L’emozione di mettere in scena un sogno, per guarire un bambino in più.
Spesso si dice che le emozioni più belle, più intense, più ricche, siano quelle che ci giungono inaspettate, quando non sono programmate, non cercate…. beh, è la verità.
Come si diventa Instabili? e, ancor meglio, come ci si sente DA Instabili? Ecco come. Una sera come tante altre mi è arrivato un messaggio da una cara persona e amica, la nostra co-Regista Ros la quale, senza girarci troppo attorno, schietta e diretta come sempre mi dice: “Ago, abbiamo un progetto, ne vuoi far parte? Ti va se ci si vede così ne parliamo?” e io “no, non aspetto, dimmi subito” e lei: “abbiamo creato un gruppo, un gruppo teatrale, per noi, per le famiglie, per il Comitato, per i bambini, per divertire e divertirci, per unire, per camminare e costruire qualcosa di bello, un bello che possa donare”.
Praticamente è come aver chiesto a un bambino… “andiamo alla fiera dello zucchero filato colorato e dai mille gusti da scoprire e provare?” ..la risposta è stata immediata… “Sì!!”.
Una decisione arrivata senza ombre, senza dubbi, pur avendo consapevolezza di tutti gli altri impegni esistenti: la famiglia, il lavoro, il volontariato, gli impegni di routine un “sì” rafforzato, incontro dopo incontro, da TUTTI i componenti del gruppo a prescindere dal ruolo che ognuno di essi doveva sostenere; TUTTI erano lì alla pari, nel metterci il proprio cuore, impegno, tempo:… chi smettendo di lavorare a Monza tornava a casa a Lecco per poi ritornare nuovamente a Monza per le prove, chi muovendosi con i mezzi incastrando orari assurdi, chi con figli piccoli, chi con più lavori e/o con orari di lavoro impegnativi, chi pur vivendo a “Briccolandia ovest” e con un’ora di strada da dover fare, chi tra una prova e l’altra era lì in terra con i libri di scuola aperti, chi con pazienza d’oro a donare le proprie capacità professionali, chi poi persino col pancione… e davvero potrei continuare all’infinito per ognuno dei componenti.
Questo è stato il mio ingresso, con quasi tutti i componenti sconosciuti, MA un sentirmi subito tra il gruppo, alla pari nel gruppo degli Instabili, gruppo che col tempo ho anche definito come “Famiglia degli Instabili” (e col privilegio poi d’aver come componenti niente popò di meno ché il nostro caro Papà Verga e Zio Jankovic… e non è mica poco!!
Emozioni? Tantissime. Costantemente presenti con noi, personali e condivise; il timore di sbagliare, di non esser portati, di non farcela con i tempi, ma a controbilanciare il tutto arrivava l’esultanza della prova riuscita bene, del passo di ballo fatto a tempo, la gioia del supporto della squadra e del….divertimento costante che ha sempre vinto sull’ansia.
E poi la Prima, lo spettacolo, e con esso le persone, le risate, le emozioni, la gioia e il divertimento che hanno ripagato credo proprio TUTTI, al di sopra e al di sotto del palco, pubblico, personaggi, famiglie, bambini.
Cosa sono, cosa rappresentano per me gli Instabili….. c’è una foto scattata a seguito di una “burlonata” nella quale qualcuno di noi ha messo in fila indiana, una poco distante dall’altra e legate tra esse tramite le stringhe, tutte le singole scarpe dei componenti del gruppo (facendo le prove nella palestra del Comitato ed entrando con calze antiscivolo, le scarpe venivano lasciate nell’atrio). Questa foto per me rappresenta gli Instabili: dalla burla giocosa, allegra, scherzosa, divertente…e da “Instabile” appunto, al fatto che TUTTE le scarpe sono legate tra esse, in un percorso condiviso, in un cammino fatto e da fare insieme e soprattutto in un cammino fatto per costruire qualcosa di bello, un bello che possa donare.
Vi aspettiamo al prossimo spettacolo!!
Martina, 18 anni, una ragazza guarita sul palco; anche lei recita nello spettacolo del Comitato… che emozione!
Sono venuta a sapere dello spettacolo per caso da mamma. Un pomeriggio mi ha detto che andava al Comitato perché le era stato proposto di partecipare a un musical. Credo di aver pensato una cosa come “Oh cielo la mamma in uno spettacolo”, insomma non l’avrei mai vista su un palco a recitare, ballare e cantare. Poi mi ha proposto di andare con lei, a vedere le prove, allora, armata di libro per studiare ho accettato. Ho trascorso un paio di mesi ad andare a vedere le prove con i libri di scuola. Non ricordo precisamente quando mi è stato chiesto se mi andava di farne parte. Ci sono rimasta un po’ di sasso. Rosanna, una delle due registe, mi ha detto: Tranquilla, pensaci e fammi sapere”; questa frase mi è ronzata in testa per una settimana ma alla fine ha vinto il sì, con supporto della mamma. Non avevo niente da perdere.
Quando ho iniziato a fare le prove ormai li conoscevo già tutti, ma alla prima riunione a settembre ammetto di aver provato un po’ di timore: mi trovavo in un gruppo di persone che non conoscevo e che non avevo mai visto. Però è stato fantastico!
Non si può fare una classifica dei momenti belli trascorsi insieme, è stato bello dall’inizio alla fine. Un continuo susseguirsi di allegria, gioia e puro divertimento.
Non sono una persona molto espansiva o a cui piace stare al centro dell’attenzione, ma ci ho provato. Durante le prove mi sono spesso sentita dire ‘sciogliti’ o ‘muoviti’ ma non sempre era facile. C’erano i giorni in cui mi riusciva più o meno bene, altri in cui un tronco sarebbe stato più di presenza. Alla fine è andata, credo di essere cresciuta sotto questo punto di vista, e credo non sia andata tanto male e, soprattutto, non mi aspettavo di divertirmi così tanto!
Ho deciso di accettare per loro… il motivo sono sempre i bambini o i ragazzi in cura al Comitato. So cosa vuol dire essere su uno di quei letti e forse è stato proprio il motivo per cui mi sono messa in gioco, non so se in un altro contesto lo avrei fatto. Dare un piccolo contributo al posto a cui devo tanto mi ha dato soddisfazione, mi ha fatto sentire utile.
Se dovessi definire gli Instabili, probabilmente l direi che sono parte della mia famiglia, un gruppo di gente messa insieme per caso ma che è diventata importante nella mia vita.
Queste persone che fino a settembre del 2018 erano in gran parte sconosciute si sono unite, hanno formato un’alleanza tale da permettere la realizzazione di questo spettacolo. Giunti a questo punto non posso che augurare che tutto questo continui con la stessa gioia e tenacia che ci sono state fin da subito.
Al signor Verga la prima cosa che direi è un grande grazie, per tutto. Per aver permesso a questo gruppo di mettere in scena uno spettacolo, per averci creduto tanto, per aver dimostrato quanto ci teneva addirittura commuovendosi, per tutto quello che fa ogni giorno, per essere la fantastica persona che è, che non si è arresa nonostante tutto.
A chiunque abbia la possibilità di vederlo dico: lo faccia. Davvero ne vale la pena e non solo per lo spettacolo in sé, che è un ottimo modo per passare una serata in allegria, ma anche per quello che ci sta dietro, per il Comitato e i suoi bambini.