“25 anni fa, a pochi giorni dal mio compleanno mi hanno diagnosticato la recidiva della Leucemia Linfoblastica Acuta, ma con l’innocenza di una bambina di sei anni e mezzo, chiesi come desiderio al dottore di poter festeggiare il mio compleanno con i miei amici e compagni di classe e lui acconsentì, dicendomi che subito dopo però avremmo iniziato le cure.
Oggi, 19 giugno, ben 25 anni dopo, festeggio il mio compleanno in un modo molto speciale: in mezzo ai “miei” bimbi della scuola dell’infanzia e dell’asilo nido.
Il mio sogno di allora, è diventato realtà!
Ma, in questo giorno, il mio pensiero non può che correre anche da voi , con il desiderio, soffiando su ben 32 candeline, che la guarigione arriverà anche per voi: credeteci sempre!
un abbraccio immenso da Sara!”
Vi presentiamo Giorgio Del Buono, un nostro ragazzo guarito, che finì il suo percorso di cura nel 1998.
Ora Giorgio ha 35 anni e da 15 anni vive a Londra, dove ha aperto un’agenzia di comunicazione e design.
Giorgio ci ha contattati a marzo per raccontarci il suo desiderio di portare il Comitato Maria Letizia Verga nella capitale inglese, organizzando una serie di appuntamenti a tema Dinner Club a nostro favore, dove il cibo vuole rappresentare un momento di condivisione e solidarietà.
In particolare, si tratta di una serie di incontri, in una location meravigliosa, dove intorno ad una grande tavolata vengono serviti piatti regionali della cucina italiana.
Il primo incontro è stato organizzato il 20 aprile ed è stato un vero successo!
22 partecipanti riuniti intorno alla tavola e un menù squisito: cozze gratinate, pappa al pomodoro, risotto alla milanese con ossobuco e baci panteschi come dessert.
Per enfatizzare il tema della condivisione, infatti le portate sono state servite al centro del tavolo, così che i commensali potessero servirsi autonomamente.
Il prossimo incontro, “è già programmato per il 6 di Luglio 2024 e naturalmente speriamo possa continuare per sempre, come una vera tradizione.” ci racconta Giorgio, e chissà magari in una futura cena riusciremo a partecipare anche noi!
Grazie di cuore Giorgio e a tutto il tuo staff!
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“Quando nell’agosto del 2015 il nostro piccolo Leonardo si è ammalato di Leucemia Linfoblastica Acuta, il mondo sembrava ci fosse caduto addosso. Dalle vacanze al mare ci siamo trasferiti subito a Monza in MLV con una grande speranza.
La speranza che quel piccolo ricciolino ce la potesse fare.
Passato solo qualche giorno, grazie anche alla vicinanza di tutti (Le infermiere Francesca, Milka e tutte le altre, Dr Jankovic, Spinelli, Rizzari, Biondi e tutti gli altri) la speranza diventava sempre più certezza.
Un giorno la D.ssa Nichelli mi regalò un DVD (Paul and the dragon) un film di animazione dove il personaggio principale Paul sconfiggeva il drago che gli stava rovinando l’esistenza. Mio figlio l’ha divorato giorno dopo giorno. Per noi e per lui la malattia si era trasformata in drago. Le trasfusioni o la terapia in vena erano i POWERUP che gli servivano per sconfiggerlo. Questo ci alleggeriva non poco vivendo il periodo come se fossimo in “LA VITA E’ BELLA”. Ma eravamo agguerriti perché ogni giorno il dragone si faceva sentire e ogni giorno era buono per dargli una stoccata per sconfiggerlo. Tra un ricovero e l’altro, tra una risata e un pianto, e dopo la nascita di Alessandro il suo fratellino abbiamo diligentemente seguito le indicazioni dei medici. Fatto sta che Leonardo dopo 11 mesi ci ha resi i genitori più felici del mondo perché è arrivata la bella notizia che tutti si attendevano. Il dragone è stato sconfitto. Proprio come Paul.
Ora, a distanza di 7 anni, volevo raccontarvi di una famiglia sempre più unita e felice grazie a Voi e grazie a Leonardo.
Ora è un bravissimo studente, l’anno prossimo sarà in quinta elementare. Gioca a calcio e fa tanti gol e qualche giorno fa abbiamo celebrato la sua prima comunione. Volevamo condividere con tutti voi di MLV questa storia che possa dare speranza a tutti quelli che soffrono ancora e un bellissimo ricordo per chi come noi l’ha superato.
La vita è bella, grazie a Dio.”
Nello, Francesca, Alessandro e Leonardo
PENNINO
Questione di numeri o è solo un gioco del destino? Non può essere casuale, più bello pensare che la vita ti mette davanti a sfide durissime ma poi ti ripaga con gioie immense.
Come la storia di Valentina: il 17 novembre del 2006 inizia il ciclo di chemioterapie, per combattere il linfoma di Hodgkins che l’ha colpita. Esattamente dieci anni dopo, proprio il 17 novembre del 2016, scopre di essere incinta.
Nel frattempo Valentina è guarita. Quando? Il 30 luglio 2007, ed è come rinascere. Stesso giorno, ma passano 10 anni e siamo nel 2017: Valentina dà alla luce la piccola Alice. “Quando ci penso, mi vengono ancora i brividi!”, racconta lei felice. Perché non si deve mai perdere la speranza.
Marcus, 12 anni
Marcus, 12 anni, occhi chiari e sorridenti, da grande vuole diventare un medico. Si è ammalato a 6 anni e ha concluso le terapie due anni dopo: ma qui al Centro Maria Letizia Verga ha conosciuto anche tanti amici, con alcuni si vede spesso anche ora.
Oggi frequenta la seconda media e, come tutti ragazzi della sua età, ama giocare a calcio in oratorio o ai videogame. Ha tre passioni: la squadra del cuore (l’Inter), il tennis, che pratica da un anno e mezzo, e suonare il pianoforte.
Marta, 17 anni
Marta gioca a pallavolo in una squadra e da grande vuole fare l’insegnante di matematica. È una bella ragazza di 17 anni, dai capelli scuri. Si è ammalata a 7 anni: i medici pensavano si trattasse di una sospetta appendicite, invece aveva la leucemia.
Così è stata trasferita a Monza, dove è stata curata: ha risposto bene alle terapie e due anni dopo è entrata in stop terapia. “Ho fatto tutta la seconda elementare in ospedale, non ricordo molto. Ma ricordo bene che ci hanno sempre accolti con calore, i medici e tutti quanti”. Oggi Marta è in quarta superiore, fa il liceo scientifico-sportivo e le piace molto.
Roberta, 43 anni
Roberta era vicina di letto di Maria Letizia. Si è ammalata nel 1979, a 4 anni, e ancora ha un ricordo vivido di quella bimba che combatteva la leucemia come lei. Dopo lunghi cicli di terapia Roberta è guarita, già ragazzina. Ammette che è stato necessario del tempo “per metabolizzare tutta la malattia”, nel frattempo si è sposata ed è diventata mamma di Sofia (17 anni) e di Aurora (15 anni).
Poi la vita l’ha riportata proprio qui: ha sentito il desiderio di diventare una volontaria ABIO, per prestare servizio proprio in Ematologia Pediatrica e lo fa ormai da 14 anni. “È stato un modo per ritrovare me stessa”: oggi non solo in Reparto ma anche nella nostra Cascina, che accoglie quelle famiglie che devono fare le terapie ma abitano lontano da Monza. Durante le vacanze estive, quando le sue figlie sono con il papà, fa volontariato internazionale con i bambini brasiliani delle favelas.
“La leucemia è stata un’esperienza drammatica, ma mi ha dato la spinta per decidere che tipo di persona volevo essere: quello che sono oggi è tutto partito dalla malattia e dalla guarigione. In una parola: resilienza”.
Tommaso, 30 anni
Aveva solo 3 anni e sognava un giorno di giocare nel Milan, quando si è trovato a combattere contro questa malattia insieme alla sua famiglia, ai medici e agli infermieri del reparto di Ematologia Pediatrica a Monza e agli amici del Comitato Maria Letizia Verga.
“Insieme abbiamo affrontato i momenti più sensibili della malattia e abbiamo gioito per le varie iniziative che si svolgevano già a quei tempi dentro all’ospedale, mi ricordo che con i volontari sembrava sempre una festa… anche se da lì a qualche istante mi avrebbero prelevato il midollo!”.
Lui è stato uno dei primi trapiantati. Crescendo, Tommaso ha sempre sperato un giorno di poter rendere tutto il bene; oggi è uno scienziato motorio del team Sport Therapy: lavora con i nostri bambini, in quella che è una vera e propria cura che usa l’esercizio come terapia. Appena racconta la sua storia, i bimbi sentono subito un legame con lui ed è fantastico.
Antonio, 49 anni
Ad Antonio, ricoverato a 5 anni per leucemia, c’era un posto che proprio non andava giù: “quando non vedevamo più gli altri bambini compagni di reparto, le infermiere ci dicevano che erano andati in Paradiso. E a me questo Paradiso non piaceva, perché mi portava via tutti i miei amici”.
Quest’anno Antonio compie 50 anni: si è ammalato nell’ottobre del 1974. “A mia mamma non avevano dato nessuna speranza per me, poi un giovane medico le ha detto di portarmi a Milano. Lì mi hanno guarito”. È stato ricoverato per due anni, all’epoca i bambini stavano quasi sempre soli in ospedale, le mamme potevano vederle solo due ore al giorno, durante gli orari di visita.
Oggi Antonio è un fisioterapista e un preparatore atletico, ha una famiglia che lo rende felice: la moglie Luciana e il figlio Alberto, di 13 anni. Per Antonio è importante che i bambini e le famiglie abbiano a disposizione una psicologa e un’assistente sociale, come al Centro Maria Letizia Verga e ha deciso di mettersi in gioco in prima persona, svolgendo per un periodo il ruolo di “testimone esperto” con i nostri adolescenti, per aiutarli ad affrontare dubbi e incertezze. “Guarire dalla leucemia è la conquista più bella per apprezzare la vita”.
Lorena, 60 anni
La nostra prima bambina guarita, Lorena, oggi è una nonna felice. Si è ammalata di leucemia nel 1969, quando aveva appena 11 anni. All’epoca una diagnosi così lasciava ben poco spazio alla speranza. Ma lei ce l’ha fatta e oggi può tenere in braccio la sua piccola Matilde, quella nipotina che le assomiglia così tanto.
È guarita nel 1976, a 16 anni. Alle ultime chemio l’accompagnava già Gilberto, il suo fidanzatino, che poi è diventato marito e compagno di una vita. Lorena è grintosa e ama definirsi “pragmatica”. “Non sopporto l’ignoranza e la presunzione”, ammette con energia. Combattere la leucemia ha rafforzato il suo modo di essere: è una persona determinata e su cui contare.
Nella vita ha potuto realizzare tanti sogni: oltre al legame con Gilberto, ancora fortissimo, è diventata mamma di Ivano, 36 anni, ed Elisa, 33 anni. “Non sono né una mamma né una nonna apprensiva, nonostante la malattia che ho avuto: amo chi è diretto con me, come ha sempre fatto il prof. Masera”.