UN DISEGNO PER UN SORRISO
I ragazzi della 2^ Media dell’Istituto Preziosissimo Sangue all’opera per i bimbi del Centro Maria Letizia Verga.
Messaggi e colori per strappare un sorriso e fare coraggio ai nostri piccoli ricoverati.
La Dott.ssa Silvia Gamba, specializzanda in Pediatria e ora operativa nel Day Hospital del Centro: ‘Il regalo più grande da fare a qualcuno è raccontare la propria storia’.
I martedì pomeriggio della scuola secondaria dell’Istituto Preziosissimo Sangue di Monza sono caratterizzati da una serie di laboratori particolari che vedono coinvolti i ragazzi. Nel mese di aprile alcuni studenti della classe 2^ A si sono messi all’opera realizzando dei disegni da consegnare ai bambini ricoverati nel nostro Centro Maria Letizia Verga-Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori. Il 16 aprile è stato quindi organizzato un incontro tra la classe e la Dottoressa specializzanda Silvia Gamba per conoscere meglio questa realtà e guardare da vicino la leucemia.
Queste sono le testimonianze della giovane Dottoressa, della Professoressa che ha organizzato la raccolta e dei genitori volontari che hanno fatto da tramite:
Dott.ssa Silvia Gamba
Mi chiamo Silvia e sono una specializzanda in pediatria… Non che me lo stia chiedendo qualcuno. Sono io che lo ripeto mentalmente mentre salgo i gradini che arrivano alla seconda media, la classe in cui sto andando a raccontare del mostro sotto al letto che abita i nostri reparti, la leucemia. Quando mi hanno chiesto di farlo ho provato due emozioni: immediato entusiasmo seguito da un’ondata di apprensione nata subito dopo aver accettato. E adesso cosa dico? Come traduco quel mondo di protocolli e chemioterapie in una storia che sia luminosa e colorata come le pareti del Centro? La cosa che più mi spaventava erano le domande a cui avrei dovuto rispondere, perché se c’è una cosa che ho imparato da questo lavoro è che le domande veramente serie sono quelle che possono essere formulate da un bambino, che sono anche quelle a cui di solito non c’è risposta.
Così nel corso della giornata ho iniziato a farle io queste domande, ai medici strutturati che incontravo nei corridoi, ottenendo in cambio una preziosissima carrellata sulle loro prime esperienze di racconto della malattia. “Lo abbiamo fatto tutti prima o poi, le parole che vuoi dire nasceranno da sole guardandoli negli occhi”.
E gli occhi dei ragazzi, ho scoperto, cambiano continuamente. Ci si riesce a valutare in base alla sentenza di quegli sguardi, una bilancia di precisione sulla quale soppesare l’effetto del proprio discorso. Il loro ascolto è magnetico, è una potenza che crea ed espande. Davanti alla loro curiosità si è dispiegata naturalmente la mia flow chart fatta di canti, rabbia, risate, pianti e giochi dentro a quei protocolli. In mio soccorso è venuta anche una parola magica pronunciata dal papà di una ex paziente che mi ha accompagnata in questa avventura. “Il Centro diventa un po’ una seconda casa”, e una casa è un posto dove si mangia, si sta caldi e ci si allena ad andare per strade sconosciute senza paura.
Siamo pelle, vene, ossa, sangue e nervi ma soprattutto siamo storie. E il regalo più grande che si possa fare a qualcuno è raccontare la sua storia.
Ho offerto il racconto di tutti i miei piccoli e grandi pazienti che ogni giorno affrontano la malattia e ho ricevuto in dono dei bellissimi disegni per decorare le loro giornate.
Prof.ssa Eleonora Pozzi
Non uno qualsiasi, ma l’ospedale di Monza “a misura di bambino”: a questa splendida struttura e al suo prezioso progetto è stato dedicato il laboratorio pomeridiano dei ragazzi della classe 2^A – secondaria di I grado – dell’Istituto Preziosissimo Sangue. Martedì 16 aprile, infatti, due genitori volontari e la giovane dottoressa Silvia sono venuti a presentare la bellissima realtà del Comitato Maria Letizia Verga, per la quale una quindicina di alunni ha realizzato dei disegni personalizzati da donare ai bambini in cura, in modo da decorare le loro camere con incitamenti e colori. Come scuola, siamo molto contenti sia stato accolto l’invito di far conoscere il Comitato ai nostri ragazzi, sicuri del fatto che momenti così significativi possano essere fonte di riflessione sul senso di vicinanza, solidarietà e dono gratuito del proprio tempo e impegno.
Anna e Michele: mamma e papà del Comitato
Il pensiero c’è fin dal mattino: ‘Funzionerà? Come la prenderanno i ragazzi? Nostra figlia finirà per imbarazzarsi ad averci nella sua classe?’ Non è facile pensare di proporre qualcosa di diverso ai ragazzini di 13 anni. Si sa come sono a questa età, sempre un po’ annoiati, sempre un po’ stanchi, figurarsi poi all’ultima ora di un lungo martedì di scuola… Eppure da tempo pensavamo a come portare un po’ di Comitato nel nostro Istituto e dare seguito con i racconti alle raccolte fondi tramite banchetti o altre iniziative. La gentilissima dottoressa specializzanda Silvia è venuta in nostro aiuto. Il suo sorriso è di quelli magnetici. E non potrebbe essere altrimenti visto il lavoro che fa: se non sorridi ai bambini malati come puoi saperli rassicurare? Ecco che così l’ora che passiamo nella nostra 2’A scorre veloce, è seria ma non pesante e ci fa forse sentire più vicini a questi ragazzini interessati ad una realtà diversa che, seppur fa paura, non porta solo tristezza. Finiamo anche per ridere. Con in mano un blocco di disegni tutti belli e colorati da consegnare ai bambini ricoverati, con gli occhi un pochino lucidi e.. il cuore un po’ più pieno!
I nostri genitori sono straordinari e la rete che riescono a costruire intorno a loro, grazie alla potenza di una testimonianza fatta di coraggio e amore, è senza eguali.