I NOSTRI RAGAZZI GUARITI | 2 Marzo 2016

33 anni fa ho sconfitto la leucemia

marina beneggi

Sono Marina, ho 33 anni, e a giugno del 1982 a soli tre mesi di vita mi è stata diagnosticata la leucemia linfoblastica acuta. Ero la prima bambina così piccola ad essere curata e fortunatamente tutto è andato bene. Ovviamente non posso ricordarmi quello che è stato, ma questa lettera scritta da mia mamma racconta così quel periodo…

«Siamo al 28 giugno, da circa una settimana dietro alla nuca di Marina mi sono accorta di quattro piccoli rigonfiamenti, forse cisti, la porto da un medico il quale mi consiglia i vari esami del sangue. La mattina seguente mi reco in ospedale con la bimba, che stretta alle mie braccia piange forte. Circa dieci minuti dopo l’esito emocromo bassissimo subito ricovero. Il mondo sembra cadermi addosso e mille pensieri incontrastati passeggiano nella mia mente e s’affollano tutti quanti in un’unica domanda: cos’ha la mia bambina? Vedo i medici parlare tra loro, un andirivieni dalla nostra cameretta all’ambulatorio dei prelievi, facce serie e segnali che si trasmettono fra loro. Io sono terrorizzata, poi il giorno seguente dopo altri esami la tremenda notizia: sospetto di leucemia. In quella piccola stanzetta bianca di ospedale ho pianto tutte le mie lacrime. Guardo Marina e dal suo lettino mi sorride, sembra con i suoi occhioni volermi parlare. È un caldissimo giorno d’estate, un giorno qualunque per tanti, ma non per me; quella parola continua a martellare dentro di me quasi ad ossessionarmi . Era stata fino ad ora una parola estranea, lontana, quasi senza esistenza, ed ora si affaccia con prepotenza sempre di più nella mia mente quasi a farmi impazzire. Dopo altri esami colloquio con i medici e quello che finora era sospetto si è trasformato in una terribile realtà. Come un automa ritorno in cameretta e stringo forte la mia bambina. Ci sono pochissime speranze, i medici sono stati chiari, essendo molto piccola non tutte le terapie sono possibili. Camici bianchi sterilizzati, mascherina sul viso, solo così posso entrare nella sua stanzetta. Nemmeno con le mie labbra posso sfiorare il suo viso e alcune volte solo attraverso il vetro posso osservarla, guardarla, scoprire dal suo viso ogni cambiamento. È iniziata così la terapia, attraverso quella piccola vetrata la osservo di giorno, di notte e ad ogni suo movimento il mio cuore sobbalza nel petto. La bambina secondo i medici reagisce bene alla terapia e sopporta ottimamente le cure, però non è ancora fuori pericolo. Passo giorni di angoscia in quel box dell’ospedale, ma ogni attimo che passa cresce sempre più in me la speranza che la mia piccola possa guarire. Dopo un mese di tensioni, ansie, paure, di dormi veglia durante la notte, arriva finalmente il giorno del ritorno a casa. La bimba non è ancora guarita, però le speranze in me si sono accese e guardandola negli occhi sembra volermi dire: “Coraggio mamma, vedrai, ce la facciamo”. A casa Marina non mi dà preoccupazioni, mangia e cresce bene, però ogni settimana c’è il controllo. Questo calvario è durato tre anni, fra prelievi, controlli e tanta sofferenza per tutti, ma ogni giorno che trascorreva vedevo la mia bambina crescere bene e tutto questo mi dava una nuova spinta per continuare. Ora siamo felici, Marina ha 6 anni e fra poco inizia ad andare a scuola. È una bimba normalissima, guarita completamente grazie ai medici e a Dio. È vivacissima e sprizza allegria dappertutto, un’allegria che contagia tutti quanti. Questa per me è una gioia immensa, la sua malattia ora è soltanto un orrendo ricordo. I piccoli pezzi del mio cuore, trafitti alla notizia dell’atroce sentenza si sono riavvicinati come in un puzzle e hanno formato di nuovo un cuore grande colmo di immenso amore, gioia e gratitudine».

Ora ho 33 anni sono sposata e ho due bimbi; e mi sento di dire a tutte le persone ammalate e ai loro famigliari di non mollare mai… io ne sono la prova data la mia piccola età e la gravità della malattia. Io e i mie genitori ringraziamo di vero cuore tutti i medici dal dottor Jankovic, professor Masera, dottoressa Locasciulli, dottor Uderzo ecc. e tutti gli infermieri del reparto pediatrico ematologico prima della clinica De Marchi di Milano e successivamente del San Gerardo di Monza.

Marina