Dolore

Nonostante le attuali conoscenze sulla neurofisiologia e sulle conseguenze del “dolore inutile”, la sofferenza del bambino continua ad essere, anche nelle istituzioni più avanzate, una dimensione non sempre adeguatamente considerata.

Il dolore del bambino è trattabile nella maggior parte dei casi e rientra oggi come obiettivo nella cosiddetta umanizzazione degli ospedali.Il dolore è un’esperienza psicofisica complessa dove i meccanismi cognitivi e affettivi si integrano.

La paura e l’ “ansia anticipatoria” specie nel bambino sono in grado di aumentare la percezione del dolore. Le precedenti esperienze nocicettive vengono sempre ricordate dai pazienti e giocano un ruolo molto importante a livello psicologico nel determinare come verranno vissute le future esperienze dolorose.

Negli esseri umani le vie nocicettive sono identiche, tuttavia la percezione dello stesso stimolo doloroso varia molto da persona a persona. La “soglia del dolore” è estremamente diversa da bambino a bambino, anche in funzione dell’età e può cambiare con il passare del tempo, a seconda delle esperienze di vita.

I tre tipi di dolore

  • dolore acuto: ha la funzione di avvisare l’individuo della lesione tissutale in corso ed è normalmente localizzato, dura per alcuni giorni, tende a diminuire con la guarigione.
  • dolore da procedura: particolarmente pauroso e ansiogeno per i bambini, ha una parte molto importante nella cura di alcune malattie (per es. nel trattamento della leucemia sono previste ripetute punture lombari e aspirati midollari).
  • dolore cronico: è un dolore ribelle ai comuni trattamenti. Ricorre nell’ambito di una malattia cronica più o meno grave e molto spesso limita la vita di relazione.

Come si tratta

Per trattare il dolore è necessario per prima cosa rilevarlo e riportarlo in cartella o sul proprio diaro (diario rosso che viene rilasciato alla comunicazione di diagnosi presso il nostro Centro di Monza) regolarmente.

Per misurare il dolore esistono oggi numerose scale, sia di auto che di etero valutazione, anche per bambini che non sono in grado di comunicare verbalmente. Essendo il dolore una esperienza soggettiva è necessario prevedere un approccio adeguatamente personalizzato alle esigenze del bambino e dei genitori.

Gli interventi sono di tipo farmacologico, di tipo non farmacologico (come respirazione e rilassamento) e di tipo psicologico (presenza del genitore, preparazione ed informazione del bambino). La somministrazione farmacologica deve essere mirata e seguire le indicazioni mediche specialistiche a partire dal semplice ma tanto efficace paracetamolo fino alla morfina. Le tecniche non farmacologiche sono metodi che attraverso l’uso della sfera mentale permettono di raggiungere un livello di concentrazione psichica, e uno stato di rilassamento, con cui il bambino riesce a staccarsi mentalmente dagli stati di dolore fisico, ansia e paura legati alla malattia e/o alla procedura medica cui è sottoposto.

Oggi il trattamento del dolore in età pediatrica, deve essere di tipo multimodale in cui si associano le tecniche farmacologiche a quelle non farmacologiche. La loro applicazione adeguata ed efficace resta il limite “maggiore” all’espansione della loro efficacia.